Calcolare le emissioni di Scope 3, anche se non è un obbligo stringente per diverse imprese, è di fondamentale importanza per dare completezza ai report di sostenibilità, tenendo conto che le maggior parte delle emissioni di qualsiasi attività imprenditoriale è legata alle attività riconducibili allo scope 3 e adempiendo alle normative vigenti e in approvazione.
Di conseguenza, anche chi si occupa di consulenza ESG e supporta le aziende nell’affrontare le sfide legate alla transizione ecologica deve fare i conti con la nuova direttiva europea e aiutare i clienti a rendicontare correttamente le emissioni di Scope 3, ovvero quelle emissioni e attività che vengono svolte al di fuori del perimetro aziendale.
Calcolare questi dati non è così immediato, perché è necessario il coinvolgimento di fornitori, clienti, partner e distributori dell’impresa, che spesso hanno un diverso grado di maturità rispetto alle tematiche ESG. Inoltre, i dati sono spesso eterogenei, condivisi attraverso file e documenti di diversa natura.
Come può, dunque, un consulente essere di supporto all’aziende cliente semplificando la rendicontazione per il report di sostenibilità?
Per Scope 3 si intendono tutte quelle emissioni indirette di gas serra generate lungo l'intera catena del valore di un'azienda, escludendo le emissioni dirette (Scope 1) e quelle legate al consumo energetico (Scope 2). Lo Scope 3 include, quindi, tutte le emissioni prodotte da attività che non sono sotto il diretto controllo dell'azienda, ma sono influenzate da quest’ultima, come la produzione e il trasporto di materie prime, i viaggi di lavoro, l'uso e lo smaltimento dei prodotti venduti, come abbiamo raccontato più dettagliatamente in questo articolo. Queste emissioni costituiscono spesso la parte più significativa dell’impronta di carbonio complessiva di un'azienda e sono fondamentali per un monitoraggio completo e accurato dell'impatto ambientale.
Per aiutare le aziende a calcolare lo Scope 3, i consulenti possono ricorrere a un software per la sostenibilità, che ha il vantaggio di automatizzare il processo di raccolta dei dati ed è in grado di elaborarli fornendo report conformi agli standard internazionali come GRI e CSRD. Il primo passo da compiere è quello di identificare le categorie dello Scope 3 più rilevanti per il business dei singoli clienti per poi far dialogare i loro sistemi e quelli dei partner con il software con l’obiettivo di offrire ai clienti un’analisi dettagliata delle emissioni indirette lungo la catena del valore e aiutarli a migliorare il loro rating ESG, oltre a offrire loro report personalizzati in base alle esigenze. L’utilizzo di un software, infatti, aiuta a estrarre e analizzare i dati ESG in modo automatico, preciso e centralizzato e consente di estrarre dei dati in formati flessibili per condividerli facilmente con i clienti.
Affidarsi a un software per la sostenibilità, per chi si occupa di consulenza in ambito ESG, vuol dire anche gestire i dati di sostenibilità di più aziende da un’unica piattaforma, automatizzare la raccolta e l’analisi dei dati ESG, riducendo gli errori e aumentando la produttività.
Avvalersi di un software in grado di monitorare le performance ambientali, analizzare la carbon footprint e calcolare le emissioni Scope 1, 2 e 3 garantisce un vantaggio in termini competitivi della consulenza perché consente di mettere a disposizione dei clienti una piattaforma completa.
Se da un lato si rivela funzionale per le aziende chiamate a redigere obbligatoriamente il bilancio di sostenibilità dalla direttiva CSRD, dall’altro rappresenta un’opportunità anche per tutte quelle realtà che vogliono dimostrare la loro attenzione alla sostenibilità, aumentare la competitività e l’attrattività.
Un bilancio di sostenibilità completo e puntuale migliora, infatti, la customer value proposition e apre alla possibilità di accedere a ulteriori vantaggi, tra cui finanziamenti, maggiore engagement e fiducia da parte di clienti e stakeholder.
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